Vigilanza privata: tariffa media o tariffa minima?

La vigilanza privata è un settore un po’ autoreferenziale, abituato a giudicarsi poco, ad assolversi tanto e a lamentarsi parecchio. Vi proponiamo oggi il contributo di un fine conoscitore ed osservatore del mercato. E’ un security manager che ha operato nelle più dimensionate e prestigiose realtà italiane ed estere. Pur riconoscendo gli sforzi che le imprese dovranno fare con il rinnovo contrattuale e pur apprezzando le tabelle dei minimi salariali, Massimo Leoni crede che servano un codice deontologico e un albo professionale per far crescere il settore. Anche sul piano internazionale.

Tariffa media o tariffa minima?

di Massimo Leoni, Strategic Senior Consulting and Risk Analyst | COO | COS | Head Operations | Security Management | HUMINT and OSINT Expert

Recentemente ci sono state azioni significative da parte del governo italiano e della magistratura che mirano a combattere le pratiche illegali e a garantire il rispetto delle normative di settore. Queste operazioni sono essenziali per mantenere l’integrità e la qualità dei servizi di sicurezza privata e riflettono l’impegno delle istituzioni nel mantenere un mercato della sicurezza privata sicuro e affidabile, tutelando sia i consumatori che i professionisti del settore.

Liberalizzazione del mercato

Il mercato della sicurezza privata in Italia ha subito un significativo processo di liberalizzazione nel 1994. Prima di allora, il settore era fortemente regolamentato e controllato dal governo. La liberalizzazione ha consentito di aumentare la competitività e l’offerta di servizi di sicurezza. Il mercato ha continuato ad evolversi con diversi cambiamenti significativi. Con le nuove regole è aumentata la competitività e sono state introdotte innovazioni nelle tecnologie e nelle pratiche di sicurezza.

Nuove norne e certificazioni

Si è verificato un rafforzamento delle normative e l’introduzione di certificazioni obbligatorie per aziende e professionisti della sicurezza. Ciò ha garantito elevati standard di qualità e professionalità nel settore. L’adozione di nuove tecnologie, come i sistemi di videosorveglianza intelligente e la sicurezza informatica, si è diffusa. Ciò non solo ha migliorato l’efficienza dei servizi di sicurezza, ma ha anche ampliato la portata e la complessità dei servizi.

Un mercato in espansione

Questi cambiamenti hanno contribuito a plasmare un mercato interno più dinamico ed efficiente, in linea con le moderne esigenze di sicurezza. L’Italia occupa una posizione di rilievo, con un mercato competitivo e innovativo, soprattutto nell’adozione di nuove tecnologie di sicurezza. È tra i paesi con i mercati della sicurezza privata più robusti in Europa, in concorrenza con paesi come Germania, Regno Unito, Spagna e Francia. Si prevede che il mercato continuerà a crescere, spinto dalla crescente domanda nelle aree urbane e dall’evoluzione delle minacce informatiche. Si prevede che l’adozione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale e i sistemi di sorveglianza integrati, si intensificherà, migliorando l’efficienza e l’efficacia dei servizi di sicurezza.

La tendenza è che le regole di mercato diventino ancora più stringenti, garantendo elevati standard di qualità e professionalità nel settore. Queste previsioni indicano un futuro promettente per il mercato della sicurezza privata in Italia, con significative opportunità di innovazione ed espansione.

Tasto dolente: i prezzi

I prezzi per i servizi di sicurezza privata possono variare notevolmente a seconda del tipo di servizio e della regione. I servizi di sorveglianza di base possono costare meno di servizi specializzati come la scorta dei valori o la sicurezza informatica. I contratti a lungo termine hanno generalmente prezzi orari inferiori rispetto ai contratti a breve termine o ai servizi una tantum. Ecco due punti importanti:

  • Le aziende devono fornire preventivi dettagliati e trasparenti, evitando costi nascosti. Ciò garantisce che i clienti sappiano esattamente per cosa stanno pagando.
  • Sebbene non esista un controllo diretto dei prezzi, le normative richiedono che i prezzi siano equi e proporzionali ai servizi forniti. Ciò aiuta a evitare pratiche abusive e garantisce la competitività sul mercato.

L’intervento della magistratura

Alcune aziende di sicurezza privata sono state oggetto di azioni significative da parte del governo e della magistratura a causa di pratiche lavorative inadeguate, compreso il pagamento di stipendi molto bassi ai propri dipendenti (ancorché in linea con i dettami del CCNL maggiormente rappresentativo di settore, ndR). Di conseguenza, i tribunali hanno nominato commissari per gestire temporaneamente le società. Questi commissari sono responsabili della regolamentazione delle operazioni dell’azienda, garantendo un pagamento adeguato ai dipendenti e implementando pratiche conformi alle leggi sul lavoro. L’azione è ancora in corso, ma già si vedono cambiamenti significativi. Le aziende sono state costrette ad adeguare i salari in conformità con gli standard legali e a migliorare le condizioni di lavoro. Inoltre, vengono effettuati controlli regolari per garantire una conformità continua.

L’ultimo rinnovo contrattuale

Con il recente rinnovo contrattuale, almeno per le guardie giurate, si é giunti ad un aumento quasi doppio rispetto ai precedenti. 

Lo stipendio minimo e medio sono riferimenti importanti per aziende, clienti e lavoratori. Sarà sufficiente per ridare slancio e dignità ad una categoria e al settore? Ne dubitiamo, perché chi conosce la storia della vigilanza privata in Italia degli ultimi trent’anni almeno, sa bene che non è una misura sufficiente per eliminare condotte fraudolente, fenomeni di dumping o lobby illegali. Questi risultati si raggiungono se le aziende di sicurezza adottano codici deontologici. La creazione di un albo professionale specifico per il comparto é condizione necessaria e non piú procastinabile. 

Ce lo impone la straordinaria importanza delle operazioni di sicurezza attuali e la criticità del periodo storico che stiamo testimoniando. La posta in gioco é alta e società, istituzioni e politica devono dialogare su questo binario, scrivendo regole e obiettivi che possano permettere a centinaia di aziende e migliaia di professionisti di affrontare le sfide di oggi e di domani senza la visione paternalista dello Stato, con lo sguardo aperto all’Europa, soggetto economico che non deve più spaventare in quanto nuovo simbolo di opportunità, espansione e crescita. I nostri istituti di vigilanza privata possono (e devono) ambire ad una dimensione anche internazionale. È arrivato il momento di uscire dal nido e scegliere soltanto in quale direzione volare. La UE non lo permetterà, diranno in molti. Anche quando si parlava di regolamentare la professione del Security Manager si pensava la stessa cosa. Quella riforma però ci é caduta in testa. Studiata e decisa nelle altre capitali e senza contributi significativi da parte dell’Italia. Ora, possiamo fare la differenza.

Fonte: Vigilanzaprivataonline.it